Con i criteri di calcolo del Piano programmatico del ministri
7.000 delle 14.000 cattedere da eliminare sono nel Meridione
Maestro unico, toccherà il Sud
il 50% dei tagli della Gelmini
di SALVO INTRAVAIA
Sarà il Sud a pagare il prezzo del "maestro unico" reintrodotto
dalla Gelmini. Negli ambienti politici e sindacali la voce circola da giorni e
basta fare due conti per rendersi conto che, in effetti, usando gli stessi
criteri di calcolo contenuti nel Piano programmatico messo a punto dal ministro
dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e dal collega dell'Economia, Giulio
Tremonti, saranno le regioni meridionali a rimetterci di più in termini di
posti di lavoro e servizio scolastico.
Se, come è scritto nel Piano che taglierà 87.000 posti di lavoro in tre anni,
il ridimensionamento colpirà le sole classi a tempo normale, il Sud dovrà dire
addio a 7.000 delle 14.000 cattedre messe in conto dal governo: il 50 per cento.
Nell'Italia centrale Toscana, Lazio, Umbria, Marche sacrificheranno sull'altare
delle economie 2.250 cattedre e le sei regioni settentrionali 4.700: un terzo
dell'intero balzello.
Domani mattina, in aula alla Camera approda il decreto-legge 137, quello che ha
reintrodotto il maestro unico e i deputati del Pd stanno affilando le armi.
"Il duo Tremonti-Gelmini - dichiara Alessandra Siragusa, deputato siciliano
del Partito democratico - mira a distruggere la scuola del Sud: secondo i numeri
in nostro possesso, in Sicilia e Campania il giochetto del maestro unico costerà
4 mila dei 14 mila posti che il governo intende tagliare. E a parte il taglio
dei posti di lavoro la manovra determinerà una contrazione del servizio
scolastico. Con 24 ore di lezione in sei giorni i bambini della scuola
elementare uscirebbero ogni giorno alle 12.30: non so se le famiglie sono a
conoscenza di tutto questo".
Il dibattito parlamentare si annuncia lungo e acceso. "Presenterò tre
emendamenti - aggiunge la parlamentare dell'opposizione - che mirano ad
allungare il tempo scuola nelle zone in cui la dispersione scolastica è elevata
e nelle realtà dove le carenze degli edifici scolastici non consente il tempo
pieno".
Secondo i calcoli contenuti nel Piano-Gelmini il maestro unico colpirà
soprattutto le 103 mila classi che in Italia funzionano a tempo normale (27 ore
a settimana). Tempo normale alla scuola primaria che, per ragioni spesso legate
a carenze strutturali determinate dalla mancanza di locali idonei per essere
adibiti a refettori/mense, è parecchio diffuso al Sud e molto meno al Nord.
Tanto per non restare sul vago, regioni come Lombardia, Piemonte e Emilia
Romagna viaggiano con tassi di tempo prolungato (di 40 ore a settimana), che per
stessa ammissione del ministro Gelmini non verranno "toccati",
variabili tra il 45 e il 39 per cento. Sicilia e Campania sono attorno al 4 per
cento.
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28 settembre 2008
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